La sostenibilità delle cure tra cultura ed economia, necessità e conforto: la sfida delle cure primarie
22.10.2005
Milano
Università degli Studi - Sala Rappresentanza del Rettorato
Via Festa del Perdono, 7
Negli ultimi 50 anni si è assistito a un crescente incedere dei progressi tecnici della medicina (antibiotici, nuovi vaccini, trapianti di organi, farmaci antitumorali e tecniche per riparare i danni alle coronarie…) nonché della strumentazione diagnostica (TAC, PET, RMN……) hanno conquistato il centro della scena. La ricerca si è molto sviluppata: sul cancro ad esempio si è focalizzata sui meccanismi cellulari e molecolari, il sequenziamento dei geni è ormai possibile e i segreti e le complessità del sistema immunitario sono ridotti a una miriade di componenti misurabili. Le ricerche epidemiologiche sulle cause delle malattie tendono a valutare i rischi sanitari associati solo a fattori specifici e circostanziati. Con difficoltà si tiene conto delle condizioni sociali, delle differenze di nazione razza o gruppo etnico, della differenza di genere o di sessualità, di classe sociale o di gradienti socio-economici, ma anche di livelli culturali. Spesso anche gli interventi di promozione della salute sono focalizzati sul contributo dei soggetti e non sui legami tra i soggetti e/o sui riferimenti dei soggetti stessi. Si parla pertanto di stili di vita decontestualizzati. C'è quindi il rischio di considerare la malattia e ignorare il malato, e quindi di guarire l'una e alterare l'altro. I medici trovano nell'abbondanza di riferimenti e d'offerta di offerta un rifugio temporaneo alla percezione di essere assaliti, assediati; sono diventati più rapidi laddove dovrebbero essere più attenti, tendono a diventare sempre più dei prescrittori che moltiplicano i farmaci e non vogliono frustrare i pazienti che vengono rinforzati nelle loro richieste da questo atteggiamento. In una visione meccanicistica della salute umana in cui prevale l'organo sull'organismo, si è affermata l'ipotesi di affrontare le malattie a carattere degenerativo ricorrendo alla logica dei "pezzi di ricambio" per sostituire la parte malata, senza valutare adeguatamente le ripercussioni che il nuovo organo potrà avere sull'intero individuo. La sempre maggiore specializzazione e tecnicizzazione della medicina moderna porta alla spersonalizzazione di entrambi (malato e medico). E' noto che la maggior parte dei cambiamenti dello stato di salute delle popolazioni è il risultato di importanti mutamenti sociali, culturali e di radicali trasformazioni avvenute nell'ecologia umana. Ciononostante, la maggior parte delle ricerche è ancora focalizzata su interventi comportamentali, clinici e tecnologici. In questo contesto la medicina di famiglia sta perdendo l'aspetto di approccio olistico alla persona mentre viene enfatizzato sempre di più l'uso magico di strumenti (i PDT) mentre nella parte dell'essere gate-keeper ovvero di porta di ingresso alla medicina specialistica per il SSN, sta riducendo gli ambiti professionali enfatizzando, del resto comprensibilmente vista la costante segmentazione dei pazienti, gli aspetti collegati ai formalismi. Il problema della sostenibilità dei sistemi sanitari e gli strumenti da mettere in campo si impone con sempre maggior forza. Le cure primarie potrebbero essere una risposta e la Fondazione Smith Kline, in collaborazione con la Regione Lombardia e con l'Università degli Studi di Milano, organizza una giornata di riflessione su questo tema nella convinzione che le risposte alla moderna domanda di salute debbano tener conto di molteplici aspetti.
Allegati
- Riconognizione ed analisi di Modelli innovativi per l erogazione di cure primarie - Analisi nazionale (pdf - 863 KB )
- From gatekeeper to coordinator. La riforma dell'assistenza primaria e della Medicina Generale in Italia (pdf - 199 KB )
- I modelli organizzativi della medicina generale. L'evoluzione della specie: dal Medico singolo all'U.T.A.P. (pdf - 149 KB )
- Programma del workshop (pdf - 299 KB )